Ospedale, le 5.000 firme raccolte inviate a Regione e Azienda sanitaria

UMBERTIDE – Sono tante, circa 5.000, le firme raccolte, in modalità sia online che cartacea, in difesa dell’ospedale di Umbertide. La petizione è stata promossa dal Partito Democratico di Umbertide che ora ha ufficialmente inviato le firme all’assessore regionale alla Sanità Coletto e al direttore generale dell’Usl Umbria 1 Gentili.

“Le tante firme raccolte – afferma in una nota il Pd – manifestano la volontà di difendere insieme il nostro ospedale da chi vuole smantellare i nostri servizi. L’emergenza sanitaria è un tema da affrontare con razionalità, non privando i cittadini dal diritto alla cura e alla salute. Non è pensabile che il personale di un reparto venga dislocato altrove perché in due anni di emergenza Covid non si è riusciti ad assumere il personale necessario”.

E rincara la dose. “Ad Umbertide prima si è chiuso il Pronto Soccorso negli orari notturni (e poi riaperto), poi è stata chiusa la RSA, che successivamente è stata riaperta con posti letto ridotti e personale ridotto. – continua la nota – Anche al reparto di medicina generale sono stati tagliati 4 posti letto e ancora altre unità di personale. La chirurgia verrà riaperta dopo due mesi di chiusura e occorrerà vedere bene anche la tipologia di interventi che d’ora in avanti verranno fatti. Per non parlare della carenza atavica di personale, della situazione dei poliambulatori o dell’ambulatorio oncologico il cui funzionamento è demandato solo alla buona volontà di qualche operatore. Con questa raccolta firme – continua il segretario del PD cittadino Filippo Corbucci – Si vuole dimostrare l’attaccamento di una comunità, appartenenze politiche a parte, al proprio ospedale e ai propri servizi, ma si vuole mettere anche in chiaro che tanti cittadini sono disposti a fare la propria parte per tutelare l’ospedale di Umbertide e il diritto alla cura di una intera città. La mobilitazione non si ferma e altre iniziative sono in programma. Una città senza ospedale e servizi sanitari in piena efficienza non è più tale”.