Pietralunga, consegnate alla Coop. Paneolio le terre confiscate alla mafia

PIETRALUNGA – Sono stati ufficialmente consegnati dal Comune di Pietralunga nelle mani della cooperativa agricola Paneolio i 100 ettari di terreno dell’azienda agricola Col della Pila confiscati al clan calabrese De Stefano. Ieri pomeriggio (lunedì 21 febbraio) nella sala consiliare del Comune si è tenuta la cerimonia di conferimento; erano presenti il sindaco di Pietralunga Mirko Ceci, il prefetto di Perugia Armando Gradone, il questore di Perugia Giuseppe Bellassai, il vescovo della Diocesi di Città di Castello mons. Domenico Cancian, il consigliere provinciale e vicepresidente Anci Moreno Landrini, Eugenio Rondini membro della Commissione d’inchiesta “Analisi e studi su criminalità organizzata ed infiltrazioni mafiose, corruzione, riciclaggio, narcotraffico e spaccio di stupefacenti” dell’Assemblea Legislativa regionale, Luigi Rossetti direttore regionale “Sviluppo economico, agricoltura, lavoro, istruzione, agenda digitale”,  il referente di “Libera Umbria” Walter Cardinali, Silvia Rondoni di Arci Perugia e Raffaele Cannizzaro, già prefetto di Perugia.

La storia La vicenda ha inizio nel 2016, anno in cui il Comune riceve i 100 ettari di terreno dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Ne seguono diversi avvisi pubblici andati inizialmente deserti fino ad arrivare allo scorso mese di luglio, quando perviene agli uffici comunali un’unica richiesta di affidamento in concessione dei beni in forza di un “Progetto per il recupero dei beni confiscati alla mafia nel Comune di Pietralunga per la valorizzazione del territorio e per la promozione della cultura della legalità”, ritenuta dalla commissione esaminatrice meritevole di accoglimento. Un partner fondamentale dell’intero progetto, che ha curato la riqualificazione della struttura, è l’Associazione Libera Umbria. 

I commenti “Come Amministrazione comunale abbiamo deciso di collegare un nostro bene situato all’interno del centro storico, un ex convento di Sant’Agostino, destinandolo a finalità ricettive e ristorative a completamento ed integrazione dei beni confiscati. – ha affermato il sindaco Mirko Ceci, ricordando che all’interno dei 100 ettari insistono anche degli immobili da ristrutturare – Abbiamo ottenuto un finanziamento regionale per la ristrutturazione ed attualmente i lavori sono in fase di ultimazione con l’auspicio che nel mese di maggio questa struttura possa essere messa a disposizione del soggetto aggiudicatario”.

“La confisca è una sconfitta per la mafia. – ha aggiunto Silvia Rondoni di Arci Perugia – Costruiremo un progetto vero e proprio. Vi sono annessi e ruderi da recuperare e realizzeremo una fattoria didattica, allevamento di bovini e ovini, semina della patata bianca, di piante aromatiche e ricerca di tartufo. Pensiamo ad un canale di congiunzione con l’ex convento di Sant’Agostino destinato ad un turismo slow, il tutto da realizzarsi in sinergia con i prodotti coltivati nel terreno per uno scambio esperienziale. La sfida del progetto deve riguardare ed investire l’intera comunità”.

“La Provincia di Perugia della legalità ne ha fatto sempre un valore – ha sottolineato Moreno Landrini -.  Questa è una giornata straordinaria, diamo sostanza agli intendimenti di Pio la Torre per il quale la mafia si combatte colpendo il suo patrimonio economico e grazie all’intervento di Libera, con l’inserimento della legge 109/1996, è stato possibile restituire alle comunità il maltolto delle mafie attraverso il riutilizzo sociale dei beni confiscati”.