Prosperius, entro aprile la firma del preliminare per la nuova gestione

UMBERTIDE – Entro il mese di aprile verrà sottoscritto l’accordo preliminare per la nuova gestione dell’Istituto Prosperius. E’ quanto emerso oggi in Terza commissione regionale dove questa mattina si è tenuta una seduta di approfondimento con il sindaco del Comune di Umbertide, il presidente del CdA dell’Istituto Prosperius Tiberino, il direttore generale dell’Azienda USL Umbria 1 e la Rsu del Prosperius in merito all’aggiornamento della situazione dell’Istituto Prosperius in relazione a quanto previsto dalla legge regionale n.10/2021 “Sperimentazioni gestionali di servizi innovativi in sanità”.

L’audizione era stata richiesta dal consigliere Michele Bettarelli (Pd), che ha ricordato di aver “sollecitato più volte un approfondimento sull’attuazione della legge regionale che ha definito la situazione di Prosperius. Sono passati molti mesi e quindi è necessaria una verifica. – ha dichiarato Bettarelli – Il sindaco Carizia ha predisposto gli atti di sua competenza in modo celere. Ne va di una struttura molto importante, con molti lavoratori e molti posti letto disponibili e appare necessario assicurare continuità aziendale e qualità del servizio nel passaggio tra la maggioranza privata e quella pubblica”.

Gli interventi dei soggetti invitati hanno messo in evidenza che l’istituto ha affrontato due anni molto complessi in relazione all’emergenza Covid, che ne ha rallentato, per un periodo anche bloccato, le attività. Anche l’aumento dei costi dell’energia avrebbe impattato sui bilanci della struttura sanitaria. Rispetto alle scadenze previste dalla legge, gli incontri e il confronto tra le parti coinvolte avrebbe portato, “in un clima particolarmente positivo e favorevole” ad individuare la metà di aprile quale termine per la firma della convenzione per l’utilizzo dei beni in concessione ed entro la fine di quel mese alla sottoscrizione del preliminare”.

Da più parti è stata infine sottolineata l’importanza dell’istituto per quel territorio così come per il complesso del sistema sanitario regionale (in ragione della mobilità attiva attratta e del ruolo svolto in una zona di confine regionale) e l’esigenza di garantire i servizi prestati così come la continuità occupazionale del personale.