UMBERTIDE – “È arrivato il tempo della chiarezza e delle scelte che avranno ripercussioni per intere generazioni nella nostra comunità, perché sulla sanità del territorio e della Regione si gioca tutto”.
E’ quanto affermato dai coordinamenti locali di riferimento per l’Altro Tevere della associazione Civici per l’Umbria, Civici per Città di Castello e Umbertide cambia – che fanno riferimento ai Consiglieri Comunali Luciana Bassini e Gianni Codovini – che hanno concordato una proposta condivisa sulla sanità territoriale, consegnata al Consigliere Regionale Andrea Fora.
“Tutto il Piano Sanitario Regionale (Psr), disegnato a tavolino e senza guardare la sanità in termini di sistema, è scritto partendo dal punto di vista dell’amministrazione e non dal punto di vista dell’utente. – affermano in una nota – Per esempio, la nuova e radicale riorganizzazione dei Distretti sanitari, riducendoli da 12 a 5, di per sé necessaria, è totalmente astratta, disattendendo le esigenze reali dei territori. Già la proposta originaria di aggregare il Lago con l’Altotevere non sta proprio in piedi. Soprattutto è inaccettabile, per l’intero Altotevere, la versione del Psr per cui Umbertide e Città di Castello dovrebbero trasformarsi in Ospedale di comunità, con una clamorosa perdita di servizi e risorse umane. Siamo consapevoli che non è possibile avere tutto, ma al tempo stesso si devono tutelare e rafforzare le condizioni minime per realizzare un sistema socio-santario territoriale efficace a misura del cittadino”.
Da qui la proposta di “mantenere, e soprattutto potenziare i servizi ospedalieri del territorio”, partendo “dall’unicità del Presidio Ospedaliero Città di Castello-Umbertide, con i suoi due stabilimenti, nei quali potrà operare anche il nuovo ospedale di comunità, diversificando servizi, attività e processi, configurandosi così come un Polo ospedaliero unico. La logica che proponiamo -recita ancora la nota – è quella della complementarità dei due stabilimenti che dà maggiore efficienza e razionalità, evitando duplicazioni e, peggio ancora, depotenziamenti. Ciò che proponiamo va verso la logica dell’integrazione territoriale come sistema, non della divisione; dell’arricchimento delle risorse esistenti e non del loro depauperamento. Solo in questo senso e con questa logica, ad esempio, potranno continuare a offrire il proprio insostituibile e grandissimo ruolo il Pronto soccorso di Città di Castello, che è un attrattore sovraregionale, e quello di Umbertide, potenziato, che assorbe l’utenza anche del perugino. Smontare questa rete, come propone il Psr con l’Ospedale di comunità e con un distretto del tutto irrazionale, – concludono – significa svuotare il servizio pubblico e le strutture di entrambi gli stabilimenti”.