Tragedia a San Giustino, morti in incidente quattro giovanissimi

SAN GIUSTINO – Gravissimo incidente nella notte a San Giustino dove hanno perso la vita quattro giovanissimi. È successo in via Umbra poco prima dell’una quando un’auto, che viaggiava in direzione Sansepolcro, è uscita di strada e ha finito la sua corsa contro un manufatto in cemento.

A bordo della vettura due ragazzi e due ragazze tra i 17 e i 22 anni, residenti a Città di Castello e a Monte Santa Maria Tiberina che, a causa del violentissimo impatto, sono morti sul colpo. Un tratto di strada maledetto visto che sempre su quella strada, a pochi metri dal punto in cui questa notte hanno perso la vita i giovani, nel 1999 morirono altri quattro ragazzi.

Sul posto sono intervenuti Carabinieri e Vigili del fuoco di Città di Castello e il personale del 118.

Nel frattempo il Comune di Città di Castello ha annullato tutte le manifestazioni e iniziative in programma per oggi.

“Oggi è il momento del dolore e del silenzio, – ha affermato il sindaco di Città di Castello Luca Secondi – ci stringiamo con grande affetto e rispetto alle famiglie colpite da questa terribile tragedia, alle quali a nome di tutta la comunità tifernate esprimiamo con un abbraccio la nostra sincera vicinanza e il nostro profondo cordoglio”.

“Un dramma che ha frastornato il risveglio della nostra Comunità e ci ha lasciato tutti sgomenti, gettandoci in un dolore profondissimo. – ha commentato il sindaco di Monte Santa Maria Tiberina Letizia Michelini – Ci stringiamo intorno alla famiglia in questo momento così straziante e indescrivibile. Si è trattato di una tragedia imprevedibile ma come Sindaco sento il dovere di chiedere a tutte le istituzioni e autorità competenti, di fare ancora di più per promuovere la sicurezza stradale tra i giovani, in ogni luogo, sia esso sociale o educativo”.

“Il mio pensiero va ai quattro ragazzi che hanno perso la vita in una disgrazia imprevedibile. – ha affermato il vescovo Mons. Luciano Paolucci Bedini – Credo che oggi sia il momento in cui tutta la comunità debba stringersi intorno a queste famiglie, a queste case che sono state devastate da un dolore immane perché non si sentano sole e perché sentano che il loro è il dolore di tutti noi”.