PERUGIA – Tante persone, tra cui anche molti giovani, con il cuore diviso tra dolore e speranza, hanno preso parte questa mattina alla santa messa del giorno di Pasqua officiata dall’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve Ivan Maffeis presso il cva di Sant’Orfeto. Ad un mese esatto da quel terribile 9 marzo che ha cambiato la vita di circa 700 persone, l’arcivescovo Maffeis ha voluto stare al fianco dei terremotati, celebrando l’Eucarestia pasquale a cui hanno partecipato oltre cento fedeli delle comunità di Pierantonio e Sant’Orfeto. Alla messa, concelebrata con il parroco dell’Unità pastorale di Pierantonio-Sant’Orfeto don Anton Sascau, hanno preso parte anche il sindaco e vice sindaco di Umbertide, Luca Carizia e Annalisa Mierla.
Il primo cittadino, nel ringraziare l’arcivescovo per l’attenzione e la vicinanza avute sin da subito per la popolazione, ha fatto sue le parole di mons. Maffeis, riguardo alla ricostruzione materiale e del tessuto sociale. “Bisogna essere fiduciosi per il futuro e stare insieme, perché, ha ragione l’arcivescovo – ha detto il sindaco –, tutti quanti insieme ce la faremo sicuramente”.
“Grazie a tutti coloro che aiutano la comunità a non disperdersi in questo memento in cui – ha commentato l’arcivescovo – sarebbe davvero il pericolo più grande. Affrontiamo insieme questo momento anche con la fiducia nella misura in cui saremo davvero insieme, Istituzioni civili e religiose, realtà sociali, produttive e famiglie. Non posso promettervi chissà che cosa, se non una presenza che cercherà di essere settimanale. Stiamo cercando anche con l’aiuto della Chiesa italiana, oltre che come Diocesi, di riaprire le chiese perché è un segno importante per i credenti e per i non, affinché questa terra torni presto a vivere in pienezza come comunità e come famiglia”.
Mons. Maffeis nell’omelia ha poi ricordato che “la liturgia di Pasqua ci assicura che il Crocifisso è risorto e noi preghiamo perché questa comunità risorga, si rialzi. La risurrezione può sembrare la cosa più lontana, più assurda, eppure, se guardiamo nel nostro cuore, c’è una domanda di vita che chiede l’eternità. Sento che la nostra vita non è come se fossero tante foglie che un colpo di vento, un colpo di terremoto, può spazzare via. Questa fiducia l’abbiano nel cuore e la Chiesa, nel giorno di Pasqua, la proclama dicendo che nel Signore Gesù c’è la Luce anche per attraversare questo momento di buio, di pesantezza”.