UMBERTIDE – Gli esordi in radio, i primi servizi da inviato, le dodici ore di attesa fuori da un hotel per intervistare Arafat, le interviste “difficili” come quelle all’Aquila dopo il terremoto del 2009 o a Pari, i presa di mira dagli attentati del 2015. Ma anche la carriera in Rai, da inviato a conduttore dell’edizione serale del tg di Raiuno. E un romanzo, che parla della ‘ndrangheta, di quel mondo poco raccontato ma che lui ha conosciuto bene grazie al suo lavoro da giornalista. Si è raccontato a 360 gradi Alessio Zucchini, giornalista e conduttore, volto noto del TG1, che venerdì 21 aprile è tornato a Umbertide, nella sua città natale, per dialogare con il vecchio amico compagno di scuola Achille Junior Roselletti e presentare la sua ultima produzione letteraria, “Una famiglia” edita da Mondadori.
L’abbraccio affettuoso degli umbertidesi ha accolto Alessio in un Teatro dei Riuniti gremito; sul palco insieme al giornalista il vecchio compagno di banco Achille Junior Roselletti, dell’Accademia dei Riuniti, con il quale ha conversato, raccontato aneddoti e soprattutto sorriso. Sullo sfondo la voce narrante di Mariano Tirimagni che ha letto alcuni passi del romanzo. Incalzato dalle domande dell’amico, Zucchini ha raccontato l’origine del suo romanzo, che racconta la storia di Paola, figlia di un boss della ‘ndrangheta, che da Milano ritorna in una terra difficile, in Calabria, dopo l’uccisione del fratello in un attentato. Paola torna a casa con l’intenzione di fermarsi solo qualche giorno ma invece resterà per cercare di fare luce sulla morte del fratello.
Un romanzo che trae spunto dalla realtà, dal mondo vero della ‘ndrangheta che Alessio Zucchini ha conosciuto molto da vicino. Da giornalista ha partecipato ai blitz dei carabinieri e quando una notte entrò in una casa alla ricerca di un latitante e si è ritrovato davanti la famiglia dell’uomo, la moglie e i figli del ricercato che con tranquillità rispondevano alle domande dei militari, ha deciso di indagare questo mondo, ed in particolare il ruolo ricoperto dalle donne. “La signora rispondeva con tranquillità alle domande dei militari, come se fosse abituata. Non volle fare l’intervista nemmeno a volto coperto ma a microfoni spenti parlò molto. – racconta Alessio Zucchini – Di quell’incontro mi colpì particolarmente l’idea della famiglia, e soprattutto delle figure femminili, che vivono intorno al latitante”. E quell’esperienza si è trasformata in un romanzo, frutto di anni di lavoro perché, come ha spiegato il giornalista, “le figure del giornalista televisivo e dello scrittore sono molto distanti, – ha detto – io sono abituato al racconto per immagini e ci ho messo anni per scrivere questo libro. Scrivere è un processo di sottrazione e togliere è senza dubbio la parte più difficile e dolorosa”.
Ma forse la parte più complicata è stata quella di ragionare con la mente di una donna, perché la protagonista del romanzo è appunto Paola. “E’ stata questa la vera sfida – racconta Zucchini – ma sono stato aiutato dal fatto che la mia è una famiglia molto femminile, ho avuto e ho intorno a me mamma, zie, nonne e bisnonne, a casa nostra anche cani e gatti sono stati sempre femmine”.
La “chiacchierata” con l’amico Achille, è stata anche l’occasione per Alessio Zucchini per raccontare un po’ di sé e del suo percorso che lo ha portato nel prestigioso studio del TG1; dopo gli esordi in radio a Roma, cominciò a lavorare in un’agenzia di stampa italo americana diretta da Lucia Annunziata fino all’ingresso in Rai nel 2003, prima come inviato poi come conduttore delle varie edizioni del telegiornale e dei programma di approfondimento fino al tg delle 20. Alessio ha poi ricordato anche aneddoti della sua carriera, come le dodici ore passate ad aspettare Arafat fuori da un albergo per poi riuscire ad intervistarlo alle 3 di notte, in esclusiva, ma anche le interviste che lo hanno coinvolto emotivamente, come quelle con persone che a causa del terremoto avevano perso tutto. C’è stato poi spazio anche per discutere di come sia cambiata la comunicazione e del fenomeno fake news, insomma una chiacchierata a 360 gradi che il giornalista Alessio Zucchini ha voluto regalare alla sua Umbertide.