UMBERTIDE – È prossima alla soluzione la vicenda degli sfollati che ancora oggi alloggiano presso il centro di accoglienza di Pierantonio. Le persone rimaste in palestra – 13 in tutto – avrebbero infatti trovato tutte una soluzione abitativa e lasceranno il centro entro il 9 luglio, termine che è stato loro concesso in deroga.
È quanto emerso dall’incontro che si è tenuto ieri tra gli sfollati, il responsabile umbro della Protezione Civile Stefano Nodessi Proietti e la dirigente del servizio di Protezione civile ed Emergenze della Regione Umbria Stefania Tibaldi. Un altro importante summit ha visto oggi seduti al tavolo la vicesindaco con delega alla ricostruzione post sisma Annalisa Mierla insieme all’assessore Lorenzo Cavedon e una delegazione della Cgil rappresentata dal segretario generale di Perugia, Simone Pamapanelli, e dal responsabile di zona dell’Altotevere Fabrizio Fratini, che martedì scorso aveva promosso un’assemblea presso il centro di accoglienza di Pierantonio.
In merito agli ultimi sfollati rimasti, Nodessi ha ribadito che l’ordinanza della Regione Umbria stabilisce la chiusura del centro alla data del 30 giugno prevedendo la possibilità del Cas, anche se per un tempo molto limitato rimarrà aperto, in regime di prorogatio, per concedere ai pochi rimasti di trovare una soluzione abitativa. Per facilitare la soluzione, Nodessi ha informato che verrà loro dato in anticipo il Cas di luglio, in modo da avere subito in mano denaro per pagare l’affitto. Gli sfollati hanno chiesto una settimana di tempo per trovare casa e si sono impegnati a lasciare la struttura entro il 9 luglio, dichiarando di aver già trovato soluzioni abitative che devono solo essere definite.
La proroga fino al 9 luglio è stata richiesta anche dal sindacato, di fronte all’iimpossibilità per gli sfollati di trovare idonea soluzione abitativa a causa di un mercato degli affitti complesso dal punto di vista economico e non solo.
Il centro di accoglienza, aperto oramai da oltre tre mesi, non è rimasta una soluzione isolata: l’Amministrazione comunale si è infatti tenacemente impegnata affinché dal Governo centrale fosse dichiarato lo stato di emergenza, misura che oggi consente la sospensione dei mutui creditizi sugli immobili dichiarati inagibili e l’accesso al Cas, che garantisce le somme necessarie a sostenere il pagamento di un nuovo canone di affitto. L’importo, comprensivo di arretrati a decorrere dalla dichiarazione di inagibilità, sarà erogato a partire dal 30 giugno e comprenderà anche la mensilità di luglio, ripartita in anticipo proprio per consentire alle ultime tredici persone rimaste di lasciare il centro con una disponibilità economica utile a sopperire alle prime spese.
“Da parte dell’Amministrazione -dichiarano dal palazzo comunale – rimane la massima disponibilità nel sostenere queste ultime tredici persone nel rilascio dello stabile che deve tornare operativo in funzione didattica per gli studenti delle scuole già dalla fine di agosto, in previsione dell’avvio dell’anno scolastico, ma non possiamo mancare di rilevare che il mercato degli affitti che risulta complesso per gli ultimi 13 sfollati è lo stesso dinnanzi al quale hanno trovato valida risposta oltre seicento persone che fin da subito hanno lasciato il centro di accoglienza. Da ultimo e con massimo spirito di collaborazione, – ha aggiunto l’Amministrazione – stante la criticità rilevata dal sindacato promotore dell’iniziativa, sollecitiamo l’organizzazione affinché tramite le organizzazioni sindacali dei proprietari di immobili, si adoperi unitamente per trovare una casa per le ultime persone rimaste nel centro”.