PERUGIA – Ha interessato anche Umbertide – insieme ai territori di Perugia, Marsciano, Assisi, Città di Castello e Spello, arrivando fino in Sicilia e precisamente a Palermo – la complessa attività di indagine condotta dalla Squadra mobile della Polizia di stato di Perugia – con il supporto della squadra mobile di Palermo, nonché delle unità del reparto prevenzione crimine Umbria-Marche e delle unità cinofile della polizia di Stato – che questa mattina ha portato all’arresto di nove persone per i reati di rapina aggravata, estorsione, spaccio di stupefacenti e tentato omicidio.
E’ stato il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Perugia, su richiesta della Procura, ad emettere l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari nei confronti di sette italiani, gravemente indiziati, a vario titolo, per i reati di rapina aggravata, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di due individui di origine albanese, indagati uno per tentato omicidio e l’altro per spaccio di stupefacenti. Il provvedimento cautelare, che costituisce l’epilogo di una complessa ed intensa attività investigativa, ha disposto nei confronti di sei indagati la custodia in carcere e per gli altri tre la misura degli arresti domiciliari.
L’attività, avviata nel marzo 2023 a seguito del ferimento di uno degli indagati che aveva riportato molteplici coltellate al torace e al collo, si è sviluppata con numerosi servizi sul territorio, appostamenti e pedinamenti, ma anche con attività di tipo tecnico quali monitoraggi con gps e intercettazioni telefoniche ed ambientali dei veicoli utilizzati dagli indagati.
Lo sviluppo delle indagini ha fatto emergere come il ferito facesse parte di un gruppo dedito allo spaccio di cocaina prevalentemente attivo nell’Alta Valle del Tevere, a rapine di esercizi commerciali, e a persone, con particolare riferimento a pusher. Attirati dai rapinatori, gli spacciatori, con la prospettiva della cessione di stupefacente, venivano in realtà minacciati, picchiati, rapinati della droga, del denaro e degli altri oggetti di valore che venivano eventualmente trovati.
Proprio una rapina a un venditore di droga, anche lui destinatario di misura cautelare, è risultata essere all’origine di un violento fatto di sangue. Uno degli indagati con una sua complice avevano portato a termine una rapina in danno dello spacciatore, esplodendo anche alcuni colpi con una pistola risultata poi una scacciacani. Lo spacciatore per vendicarsi, alcuni giorni dopo, aveva raggiunto il rapinatore, nei pressi della struttura ricettiva in cui alloggiava, accoltellandolo ripetutamente e procurandogli numerose ferite in prossimità di organi vitali. In precedenti occasioni, sempre utilizzando la medesima pistola, erano state commesse due rapine ai danni di una tabaccheria della periferia perugina e nei confronti del gestore di un agriturismo.
Nel corso delle indagini, la squadra mobile ha proceduto al sequestro, oltre che della pistola scacciacani con relative cartucce, anche di 14 grammi di cocaina, nonché all’arresto in flagranza di tre persone. Nel maggio del 2023, infatti, tre destinatari del provvedimento restrittivo, dopo aver contrattato l’acquisto di cinque grammi di cocaina, avevano aggredito ed immobilizzato con delle fascette da elettricista uno spacciatore di origine albanese, rubandogli 110 euro, un telefono cellulare e della droga, venendo poi fermati dalla polizia giudiziaria.
Le indagini, stante le risultanze investigative, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati in ordine a otto rapine consumate tra Perugia e Umbertide, due estorsioni ai danni di tossicodipendenti e numerosi episodi di cessioni di cocaina, oltre al tentato omicidio, datato 24 marzo. Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari che hanno consentito di rinvenire e sequestrare presso le abitazioni degli indagati una pistola scacciacani, documenti relativi ad una delle vittime dì rapina, due bilancini di precisione, materiale per il confezionamento e sostanza da taglio, 880 cartucce per fucile illegalmente detenute e, circa 20mila euro in contanti, occultati sotto il pavimento di una pertinenza dell’abitazione di uno degli indagati.