UMBERTIDE – E’ considerato il personaggio centrale dell’indagine che ha portato all’esecuzione di sei misure cautelari da parte della Guardia di finanza di Perugia. Si tratta di un pluripregiudicato di origini campane, attualmente dimorante in Umbertide, che avrebbe gestito un’intensa attività di spaccio.
Nella giornata di mercoledì 7 febbraio, le fiamme gialle del comando provinciale di Perugia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale del capoluogo umbro nei confronti di sei persone, di cui quattro destinatarie della custodia cautelare in carcere, una degli arresti domiciliari e una dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nello specifico quattro degli indagati sono di origine italiana, uno albanese e un altro dominicano, tutti residenti nella provincia di Perugia.
L’indagine ha preso avvio in seguito a una segnalazione Polizia Municipale di Perugia che aveva riscontrato delle irregolarità in relazione al rifornimento di carburante di un mezzo di proprietà del comune, utilizzato da un dipendente, assunto con la qualifica di operaio.
I successivi accertamenti hanno fatto emergere i rapporti del dipendente in questione con il campano stabilitosi a Umbertide, risultato già detenuto nel carcere di Capanne e ammesso al lavoro all’esterno che a sua volta era in contatto con altri soggetti, pure ex detenuti della casa circondariale perugina e pure destinatari di misure alternative, i quali apparivano, fin dall’avvio delle attività tecniche, dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Sono poi emersi gravi elementi indiziari che hanno consentito di presumere che il dipendente comunale, che per lo svolgimento delle proprie mansioni era stato affiancato da uno dei detenuti ammesso al lavoro all’esterno, avrebbe avuto un ruolo nelle attività di approvvigionamento e trasporto dello stupefacente, utilizzando proprio il mezzo che il Comune di Perugia gli aveva affidato per svolgere la sua attività, anche in orari lavorativi.
Per tali compiti sarebbe stato ricompensato in natura, con la cessione di sostanza stupefacente di cui egli stesso sembra facesse uso. L’uomo non sembra avesse affatto troncato i rapporti con i criminali, tanto da essere in grado di utilizzare collaudati canali per l’approvvigionamento di hashish e cocaina.
Nel corso delle attività investigative, durate complessivamente appena due mesi, sono state documentate cessioni a terzi pari a 1.700 grammi di hashish e 800 grammi di cocaina. Durante le perquisizioni domiciliari eseguite in data odierna, nell’abitazione di uno degli indagati sita in Perugia sono stati sequestrati oltre 1 chilogrammo di hashish, diviso in panetti, e banconote per un totale di 1.250 euro nonché presso un Bar sito in Ponte San Giovanni, gestito da uno degli indagati, 100 grammi di hashish e banconote per un totale di 900 euro.