A Umbertide l’assemblea regionale di Ancescao Umbria

UMBERTIDE – Si è tenuta ad Umbertide, sabato 30 novembre, presso il ristorante Abbazia di Montecorona, l’assemblea regionale del Coordinamento umbro dell’Ancescao – Associazione Nazionale Centri Sociali Comitati Anziani e Orti. Erano presenti, tra gli altri, il presidente nazionale Ancescao Esarmo Righini, il presidente di Ancescao Umbria Massimo Ciotti, il portavoce del Forum Terzo settore Umbria Paolo Tamiazzo, il presidente Anci Umbria Federico Gori, il segretario Anci Umbria Silvio Ranieri e numerosi presidenti delle Strutture comprensoriali di Ancescao, tra cui la responsabile dell’area Alto Tevere Ivana Mastriforti, oltre a presidenti e loro delegati dei centri sociali dell’Umbria.

Attualmente sono 13.213 i tesserati in Umbria nei circa 90 centri sociali della regione, e di questi 2.546 sono in Alta Umbria, dove sono presenti sette centri sociali. E l’Ancescao riveste un ruolo fondamentale perché attraverso i suoi centri promuove iniziative di socializzazione e di assistenza alla popolazione anziana.

“Ancescao è un presidio di democrazia e partecipazione. – ha affermato il presidente di Anci Umbria Federico Gori – Anci Umbria è storicamente vicina all’associazione e l’assemblea di oggi dovrà essere un rinnovato percorso dove insieme riprendiamo cura delle nostre comunità”.

“Ancescao non è una piccola associazione ma una realtà importante che purtroppo non è riuscita ancora ad ottenere la giusta notorietà – ha affermato il presidente nazionale Esarmo Righini – Durante la pandemia abbiamo temuto di scioglierci ed invece abbiamo recuperato i numeri pre covid con 290.000 tesserati e 1.500 centri. Adesso stiamo preparando l’associazione del futuro, che deve far fronte alla maledetta burocrazia e a questo proposito abbiamo realizzato in due anni una piattaforma regionale per il supporto alla gestione dei centri. A livello nazionale abbiamo anche acquistato una nuova sede dove nascerà una scuola di formazione per dirigenti. Quello che vogliamo però dire oggi è che occorre da parte delle Amministrazioni locali maggiore consapevolezza di quelle che sono le leggi del terzo settore, considerando che circa l’80% delle nostre associazioni opera in strutture pubbliche e purtroppo ci è capitato spesso di assistere, con il cambio di colore delle Amministrazioni, anche un cambiamento di atteggiamento nei nostri confronti, ma noi non abbiamo colore politico e non facciamo politica”.