UMBERTIDE – C’è preoccupazione nel mondo dell’imprenditoria per i costi in continua ascesa dell’energia e delle materie prime, situazione resa ancora più grave dalla crisi in corso in Ucraina. Lo ho affermato senza mezzi termini il presidente della Molini Popolari Riuniti Dino Ricci e l’occasione è stata la giornata seminariale organizzata dalla cooperativa per approfondire i temi della sostenibilità economica, sociale, ambientale e della digitalizzazione. “Siamo preoccupati della situazione che si sta determinando sul versante delle materie prime e, soprattutto, sui costi energetici dove avremo un aumento del 100% sull’energia elettrica e un 140-150% sul metano rispetto al 2021. – ha affermato Ricci – Le vicende di queste ore in Ucraina sicuramente aggraveranno la situazione. Auspichiamo che sia una situazione transitoria perché l’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti nella logistica va ad incidere sui prezzi di vendita dei prodotti. Questo rischia, anche sul piano nazionale, di rallentare quella ripresa determinata anche dai fondi del Pnrr. Intanto stiamo lavorando al piano industriale triennale 2022-2024”.
In merito al 2021, Ricci ha dichiarato che la MPR chiuderà il bilancio dell’anno appena conclusosi con circa 84 milioni di fatturato, con una crescita in termini percentuale di oltre il 13% rispetto al 2020, incremento in parte determinato dalla spinta inflazionistica, in parte da un aumento quantitativo delle produzioni. “Nella mangimistica siamo arrivati a circa un milione e 200 mila quintali; nella molitoria abbiamo raggiunto 250 mila quintali di macinazione, con un aumento di circa 40mila quintali sul 2020. – ha detto – È aumentata di oltre il 12%, poi, la produzione della panificazione, dove avevamo avuto un calo nel 2020, recuperando circa due milioni di fatturato. Stiamo proseguendo negli investimenti ed è in fase di completamento il nuovo centro servizi di San Martino in Campo che pensiamo di concludere entro l’estate 2022, per un investimento di oltre due milioni e cinquecentomila euro; altri investimenti importanti sono stati realizzati nel corso del 2021 finalizzati al processo di delocalizzazione”.
“Nel settore della panificazione – ha proseguito Paolo Minelli, direttore d’area Mpr – terremo conto del nuovo mercato che guarda al salutismo, alla lenta lievitazione, alle farine integrali e poco raffinate e alle piccole pezzature. Punti di forza saranno filiera corta e siti produttivi sempre più specializzati. Rispetto a questo stiamo investendo in innovazione tecnologica, ricerca e sviluppo, controllo qualità e macchinari. Per il 2022 ci poniamo come obiettivo il consolidamento di quanto già fatto e ulteriore crescita su alcuni prodotti di nicchia, come la Pinsa Umbria, che da sola produce un fatturato di un milione di euro, a cui affiancare altri prodotti come il pane ai cereali e i pani caserecci”.
“Rispetto al 2020, nel settore della trasformazione – ha infine aggiunto Giancarlo Mancini, direttore d’area produttiva e commerciale Mpr – il 2021 ha portato un aumento della produzione del 15% nella molitoria e del 2% nella mangimistica, con un aumento del fatturato del 15% nel settore della rivendita, 30% negli allevamenti e 10% nei mezzi tecnici”.