“Tutti gli occhi su Gaza”, in 150 all’incontro organizzato da Corrente

UMBERTIDE – “Tutti gli occhi su Gaza”. E’ stato questo il titolo dell’iniziativa organizzata da Corrente e che ha avuto luogo nella sede del movimento nel pomeriggio di sabato 18 maggio. La partecipazione – come sottolineano dal movimento, è stata numerosa, con circa 150 persone interessate e desiderose di comprendere la complessa situazione della Palestina. “Corrente – si legge in una nota – ha ritenuto necessario organizzare questo incontro perché, come ha sottolineato Christian Elia nell’ultimo numero di Arabpop, la Palestina rappresenta il paradigma delle libertà che potremmo perdere. Da oltre 70 anni, questo paese sperimenta sulla propria pelle le dinamiche globali della criminalizzazione della solidarietà, della militarizzazione dello spazio pubblico, del controllo di massa e della carcerazione di massa, in un processo di deumanizzazione che sta culminando in un genocidio”.

Durante l’incontro, esperti di rilievo internazionale hanno condotto un dibattito approfondito. Chiara Cruciati, giornalista esperta di Medioriente e vicedirettrice de Il Manifesto, ha evidenziato come la questione palestinese rappresenti un paradigma per la società contemporanea. Ha denunciato la criminalizzazione del dissenso e la disumanizzazione delle voci palestinesi, sottolineando il ruolo dei governi occidentali e della stampa nell’apporto acritico allo sforzo bellico israeliano. Triestino Mariniello, professore di diritto internazionale presso l’Università John Moores di Liverpool e rappresentante legale del popolo palestinese presso la Corte Penale Internazionale, ha ribadito l’importanza del rispetto del diritto internazionale nella risoluzione del conflitto. Ha citato il divieto internazionale dell’uso della fame come arma di guerra e ha evidenziato il ruolo della Corte Internazionale di Giustizia nel valutare le accuse di genocidio.

Inoltre, sono intervenute persone che hanno vissuto sulla propria pelle l’occupazione, le quali hanno fornito preziose testimonianze delle difficoltà quotidiane affrontate dalla popolazione palestinese. Cruciati ha concluso il dibattito con una nota positiva, evidenziando “la fondamentale importanza della mobilitazione della società civile e l’urgente necessità di decostruire il pensiero coloniale che permea le nostre società”.