È polemica sulla Tari, aumenti del 15%

UMBERTIDE – È polemica sulla Tari. Sono in consegna in questi giorni gli avvisi di scadenza della terza rata della Tassa sui rifiuti e le buste recapitate nelle case degli umbertidesi risultano alquanto pesanti visto che la rata a conguaglio per il 2024 prevede un aumento intorno al 15%. E subito fioccano le polemiche, a partire dai social dove in molti lamentano i rincari, che secondo alcuni non vanno di pari passo con la qualità del servizio offerto.

Sull’argomento Tari è intervenuto anche il Partito Democratico di Umbertide. “Gli umbertidesi si ritroveranno a pagare per la tariffa dei rifiuti 400.000 euro in più per il 2024 e ulteriori 200.000 euro per il 2025. – recita la nota dei dem- Un aumento che graverà su famiglie e imprese in maniera consistente, con oltre il 15% di aumento a famiglia per quest’anno, tutto ciò è inaccettabile. Avevamo fatto una proposta, non considerata: – continua il PD – si poteva utilizzare una parte cospicua dell’avanzo di amministrazione per neutralizzare l’aumento spropositato della tassa rifiuti agli umbertidesi. Sarebbe questo l’impegno che mette la destra per sostenere le famiglie?”, chiosano i dem. Critica anche Corrente che aveva espresso la sua posizione sul pesante aumento della TARI di circa 400.000 euro già nel Consiglio comunale dello scorso aprile. “Una metà di questo incremento deriva dall’aumento generale dei costi, mentre l’altra metà è causata da una rimodulazione unilaterale del servizio da parte del gestore. – spiegano da Corrente – Questo aumento è stato deciso da AURI, l’ente regionale governato da un consiglio direttivo e un’assemblea formati dai sindaci di tutta la regione Umbria, che dovrebbe tutelare le esigenze della popolazione, non i profitti delle aziende.

Ad aprile abbiamo votato contro l’aumento, sottolineando che AURI, essendo un ente pubblico, dovrebbe essere guidata nell’interesse della collettività. Riteniamo fondamentale che il nostro sindaco, insieme ad altri comuni, assuma un ruolo attivo nel governare le decisioni, piuttosto che accettare passivamente scelte che incidono sui cittadini. L’astensione in assemblea AURI non è sufficiente: serve dialogo, azione e una rete tra territori, altrimenti non si potranno che avere aumenti sempre maggiori”.