Tevere inquinato, Arpa rassicura: “Situazione di relativa normalità”

UMBERTIDE – Una situazione di “relativa normalità”. E’ così che Arpa Umbria risponde all’allarme, lanciato prima dall’associazione Amici del Tevere e poi dalla Fipsas, relativamente all’inquinamento del fiume Tevere. Che ad Umbertide viene monitorato costantemente da una centralina dell’Arpa, operativa dall’agosto 2008.

Dai parametri registrati dalla stazione, emerge “una situazione di relativa normalità, con andamento dei parametri chimico-fisici conforme al periodo estivo – afferma Arpa – e alle problematiche che, storicamente, interessano il tratto fluviale di Umbertide nel campo gara di pesca sportiva”. Come spiegato in una nota da Arpa Umbria, nel tratto di fiume che attraversa Umbertide, “si ravvisano storicamente torbidità piuttosto elevate che oscillano nell’arco delle 24 ore e valori di ossigeno disciolto sensibilmente inferiori rispetto ad altri tratti del corso d’acqua. Queste particolarità si acuiscono nei mesi estivi, quando la temperatura dell’acqua aumenta e la portata del fiume diminuisce (anche per la riduzione dei rilasci dalla diga di Montedoglio) riducendo il ricambio d’acqua”.

Insomma, niente di anomalo, secondo Arpa che afferma: “la riduzione della portata fluviale si ripercuote inevitabilmente sulla qualità complessiva delle acque del Tevere, che saranno meno ossigenate e caratterizzate da un rapporto di diluizione meno favorevole nei confronti delle sostanze inquinanti di origine antropica. I valori insoliti di torbidità hanno origine nel breve tratto fluviale interessato dal campo gara di pesca sportiva, – afferma ancora Arpa – pertanto, i problemi di torbidità sono locali e vanno ricercati presumibilmente nelle condizioni idrauliche del fiume“, aggravate anche dall’asportazione, avvenuta in passato, delle ghiaie fluviali dal letto del fiume che lo ha reso particolarmente movibile.

In quell’area, spiega infatti Arpa, caratterizzata da una ridottissima velocità del flusso d’acqua, “il fiume perde energia e tende a sedimentare particelle a granulometria fine che, in condizioni normali, sarebbero trasportate a valle”. Basta quindi un po’ di vento o di corrente per rimettere in sospensione queste particelle e generare quindi incrementi di torbidità.

Arpa dichiara inoltre che “la presenza di particelle in sospensione non è correlabile alla presenza di cattivi odori, esalazioni nocive e morie di pesci, se non associata a variazioni di altri parametri che indichino rilevanti alterazioni nel chimismo delle acque”. Secondo Arpa nel mese di giugno, sono stati registrati valori compresi tra 12 e 75 NTU, con evidenti oscillazioni giornaliere e valori massimi riscontrabili nelle tarde ore del mattino, ma non sono stati riscontrati “picchi” anomali di azoto ammoniacale, riconducibile al rilascio di reflui di natura civile o animale nelle immediate vicinanze della stazione di monitoraggio mentre i valori di ossigeno disciolto risultano piuttosto bassi e denotano lo stato di sofferenza del corso d’acqua nel tratto interessato.