UMBERTIDE – E’ crisi profonda nel settore metalmeccanico. Lo sanno i lavoratori, alle prese con cassa integrazione e contratti a termine non rinnovati, e lo sanno anche i sindacati che ieri mattina, venerdì 22 novembre, si sono ritrovati in piazza Matteotti, davanti al Palazzo comunale, per far sentire la loro voce. Circa 70 i lavoratori che, con bandiere e striscioni, hanno partecipato al presidio organizzato da Cgil e Fiom, preoccupati per la situazione in cui versano le imprese del territorio altotiberino e della provincia di Perugia, colpite da una crisi profonda, nata a livello europeo e che sta avendo ricadute fortissime anche in Umbria.
Umbertide non è stata scelta a caso come sede della manifestazione in quanto è nella zona industriale della città e nella vicinissima frazione montonese di Santa Maria di Sette che si concentrano le più importanti industrie metalmeccaniche dell’Umbria settentrionale, per un totale di circa 4mila persone occupate. E oramai l’80% delle aziende del settore ha già fatto ricorso alla cassa integrazione.
Gli effetti della crisi a livello provinciale, come affermano dal sindacato, rischiano di essere drammatici, con migliaia di posti di lavoro a rischio. A preoccupare sono il ricorso massiccio alla cassa integrazione e la situazione dei lavoratori interinali, che in questo momento risultano i più colpiti. Per questo motivo Cgil e Fiom chiedono a gran voce alle istituzioni locali e al governo centrale misure mirate a tutela dell’automotive. La proposta che sarà avanzata alla nuova giunta regionale, sarà quella di creare un’agenzia che guidi la transizione energetica. “Stimiamo un rischio intorno ai 5mila o 6mila posti di lavoro. – ha affermato il segretario della Fiom di Perugia, Marco Bizzarri – Chiediamo che si colmi un gap di ritardo che si è accumulato nel tempo in un settore che ora versa in una condizione drammatica”. “Nella legge di bilancio il governo ha tagliato 4,6 miliardi al fondo sull’automotive, che sarebbero serviti per compiere una transizione industriale, per riconvertire le aziende e per formare i lavoratori. – ha aggiunto il segretario provinciale della Cgil, Simone Pampanelli – Nel nostro Paese siamo passati dalla capacità di costruire 1,5 milioni di macchine alle circa 350mila del 2024. In questo territorio c’è un’emergenza lavoro che si sente tantissimo. Partiamo da qui per avanzare delle proposte che siano in grado di risolvere la situazione”. “Il quadro è complesso e complicato. – ha proseguito Riccardo Coccolini, responsabile provinciale automotive della Fiom – Faremo di tutto per portare al centro dell’attenzione questa situazione”. Prossima manifestazione il 29 novembre, in occasione dello sciopero generale contro la prossima finanziaria. A chiamare tutti a raccolta è stata la segretaria della Nidil Cgil di Perugia, Vanda Scarpelli: “E’ il momento di alzare la testa e di far sentire la nostra voce”.