UMBERTIDE -“Una decisione assurda, grave e inaccettabile”. E’ quanto affermano le sigle sindacali che in una nota congiunta criticano la decisione di interrompere, per almeno un mese, l’attività chirurgica all’ospedale di Umbertide. Dopo le dure prese di posizione delle varie forze politiche e le petizioni lanciate dal PD (che proprio oggi ha comunicato di aver raggiunto le 2.000 firme) e dal movimento Umbertide Civica, mobilitazioni che hanno spinto anche il sindaco Luca Carizia a richiedere un incontro sull’argomento con l’assessore regionale Coletto, ora sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil dell’Alto Tevere, insieme alle rispettive categorie dei pensionati e del lavoro pubblico a tutti i livelli, a farsi sentire.
“L’assenza di personale che viene addotta come motivazione – scrivono in una nota congiunta – non giustifica tale scelta e semmai conferma l’inadeguatezza delle politiche messe in atto dalla giunta regionale. La realtà amara è che nella nostra regione, manca una politica sanitaria all’altezza della situazione e quando una politica si delinea, questa è tutta impostata sullo smantellamento del servizio sanitario pubblico e sulla privatizzazione dei servizi, come dimostrano le indicazioni del cosiddetto Piano sanitario regionale”. Un’impostazione che, secondo i sindacati, inevitabilmente si scarica sui cittadini, a partire dai pensionati e dagli anziani.
“L’ospedale di Umbertide è collocato in un’area importante per tutta la nostra regione – continuano Cgil, Cisl e Uil – un’area tra le più vitali da un punto di vista economico e sociale. Sappiamo che si parla di transitorietà nella scelta di chiudere la chirurgia di Umbertide, ma sappiamo anche, per lunga esperienza, che in Italia non c’è nulla di più definitivo della transitorietà. La mobilitazione che è in atto da parte della popolazione di Umbertide fa capire quanto il presidio sia importante per la comunità e quanta sfiducia vi sia nei confronti della politica sanitaria della Regione. Non saranno fumose dichiarazioni – conclude la nota – a ridare fiducia ai cittadini ed alle cittadine”.