Colonie feline, appello alla sterilizzazione

Giada Mariani, volontaria impegnata nella cura degli animali

UMBERTIDE – Lo scopo è quello di tutelare il benessere degli animali ed evitare il randagismo, ma ad oggi le colonie feline riconosciute dalle Aziende sanitarie locali sono decisamente poche rispetto al fenomeno, assai diffuso, dei gatti in libertà che si ritrovano a vivere, spesso in gran numero, presso edifici abbandonati, casolari o lungo i corsi d’acqua, sia in città che in periferia. Costituendo un pericolo innanzitutto per la loro salute, perché in quanto randagi, se si ammalano non vengono curati, ma anche un problema di igiene e decoro pubblico.

Succede anche ad Umbertide: nei pressi del Tevere esiste una nutrita colonia felina riconosciuta dall’Asl, ma sono tanti i luoghi, ad esempio nei pressi del cimitero, in via Cesare Battisti, a Montecorona, lungo la Pian D’Assino al confine tra i Comuni di Umbertide e Gubbio (con una trentina di gatti in un casale) in cui vivono felini in libertà.

E con l’arrivo della primavera i gatti vanno in calore e si riproducono, pertanto il numero di felini aumenta, anche a dismisura, considerando che una gatta partorisce in media dai 4 ai 6 gattini, anche più volte nell’arco di un anno.
L’unica soluzione è quindi ricorrere alla sterilizzazione dei gatti, preservando in primis la salute degli animali – durante il periodo dell’accoppiamento i gatti si azzuffano e riportano ferite che possono anche condurre alla morte – ma anche l’igiene e il decoro urbano.

Per fortuna che ad Umbertide ci sono dei volontari che si prendono cura dei gatti randagi e che, oltre a dare loro da mangiare e ad occuparsi dell’adozione, si fanno carico anche della sterilizzazione, al fine di tenere sotto controllo il numero di felini presenti.
Tra questi c’è Giada Mariani, amante degli animali sin da bambina, passione che le è stata trasmessa dal nonno e che oggi la porta ad occuparsi, nel tempo libero, dei gatti che vivono per strada.

“Questi animali hanno bisogno di cure, ma soprattutto di affetto e di una famiglia che li accolga. – racconta – Da aprile dello scorso anno ad oggi nella mia casa sono passati circa cinquanta gatti, da me recuperati e successivamente dati in adozione. Purtroppo non è semplice prendersi cura dei gatti che non vengono riconosciuti colonia felina perché servono tempo e denaro, ma è una grande soddisfazione riuscire a garantire una vita dignitosa a questi animali indifesi”.

Per far sì che una colonia venga riconosciuta dall’Asl e quindi presa in carico – che significa prevalentemente offrire cure e sterilizzazione – innanzitutto questa deve insistere su suolo pubblico (purtroppo la maggior parte delle colonie si trova presso edifici e terreni di proprietà privata), inoltre deve essere composta da almeno cinque esemplari e deve avere un referente che collabori con il servizio veterinario nella gestione della stessa. “Se la colonia non è riconosciuta purtroppo non è possibile sterilizzare gratuitamente gli animali. – aggiunge Giada – Come volontaria, insieme ad altre persone, organizziamo anche iniziative per la raccolta fondi destinati appunto alla gestione delle colonie feline non riconosciute, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Inoltre, per contenere il numero dei felini, è molto importante sterilizzare non solo i gatti randagi ma anche i gatti domestici, che sono soliti uscire dalla propria abitazione”.

Insomma, la sterilizzazione è un vero e proprio atto d’amore nei confronti degli amici felini e per questo è importante occuparsi anche di quella dei gatti cosiddetti randagi che, purtroppo, non hanno un padrone e non vengono presi in carico dall’Asl. Chi volesse segnalare la presenza di una colonia felina o desiderasse collaborare con i volontari di Umbertide, può contattare Giada Mariani attraverso la sua pagina Facebook.